Pubblico la mia lettera di dimissioni essendo un atto pubblico allegato al Verbale della seduta del CdA dell'Associazione. Dal giorno 18 giugno 2013 ho cessato ogni tipo di attività e sono uscita dall'Associazione Mediterraneo.
2 giugno 2013 FESTA della REPUBBLICA
Una delegazione della Camera del Lavoro di Avellino è stata a Cefalonia domenica 2 giugno per la Festa della Repubblica sulle orme di Pietro Clamandrei:
“Se volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate sulle montagne, dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità andate lì, o giovani, col pensiero, perché lì è nata la nostra Costituzione.”
Ad ottobre, nell'ambito delle manifestazioni per il 70° Anniversario della strage di Cefalonia, la GCIL di Avellino è stata invitata dalla Mediterraneo a partecipare per continuare a dare il suo contributo civile e culturale ed infatti aiuterà la nostra associazione alla realizzazione di un cippo commemorativo da porre in una delle località di Cefalonia dove più barbara e feroce fu la strage : Troianata.
Ad ottobre, nell'ambito delle manifestazioni per il 70° Anniversario della strage di Cefalonia, la GCIL di Avellino è stata invitata dalla Mediterraneo a partecipare per continuare a dare il suo contributo civile e culturale ed infatti aiuterà la nostra associazione alla realizzazione di un cippo commemorativo da porre in una delle località di Cefalonia dove più barbara e feroce fu la strage : Troianata.
GIORNATA della MEMORIA a SALERNO
Il 27 gennaio 2013, in occasione della Giornata della Memoria, il nostro Presidente Bruna De Paula è stata invitata dalla sezione dell'ANPI di Salerno ad intervenire all'evento "Strappi nella Memoria" dove ha presentato il libro "Itinerario della Memoria" da lei curato insieme a Paolo Paoletti.
Stralcio dell'articolo pubblicato da "la Repubblica" sull'evento |
PRESENTAZIONE ITINERARIO della MEMORIA a CORREGGIO
Sabato 15 dicembre 2012
Centro sociale XXV aprile - P.le 2 Agosto - Correggio (RE)
Centro sociale XXV aprile - P.le 2 Agosto - Correggio (RE)
Ore 16.00
Introduzione di:
Renzo Giannoccolo - Coord. CGIL Zona Correggio
Interventi di:
Marzio Iotti - Sindaco di Correggio
Alessandro Fontanesi - ANPI Reggio Emilia
Alessandro Fontanesi - ANPI Reggio Emilia
Partecipano:
Guido Mora - Segretario Generale CGIL Reggio Emilia
Giuseppe Zaffarano - Coordinatore SPI-CGIL Zona Correggio
Giovanni Marino - Direttore Archivio storico CGIL Avellino
Vincenzo Petruziello - Segretario Generale CGIL Avellino
Silvana Tiberti - Segretaria Generale CGIL Alessandria
Paola Varesi - Direttore Museo “Cervi” Gattatico
Giuseppe Zaffarano - Coordinatore SPI-CGIL Zona Correggio
Giovanni Marino - Direttore Archivio storico CGIL Avellino
Vincenzo Petruziello - Segretario Generale CGIL Avellino
Silvana Tiberti - Segretaria Generale CGIL Alessandria
Paola Varesi - Direttore Museo “Cervi” Gattatico
Ore 16.30
Isabella Insolvibile presenta
Itinerario della memoria. Guida ai luoghi delle stragi dei militari italiani a Cefalonia (settembre 1943)
Itinerario della memoria. Guida ai luoghi delle stragi dei militari italiani a Cefalonia (settembre 1943)
Saranno presenti i curatori del libro:
Bruna De paula - Associazione italo-greca “Mediterraneo”
Paoo Paoletti - Ricercatore e storico
Paoo Paoletti - Ricercatore e storico
Ore 18.15
Massimo Storchi (Istoreco) presenta
Kos 1943-1948. La strage, la storia
di Isabella Insolvibile - Ricercatrice Ist. Campano Storia Resistenza
Kos 1943-1948. La strage, la storia
di Isabella Insolvibile - Ricercatrice Ist. Campano Storia Resistenza
Sarà presente l’autrice
Ore 21.00
Reading-concerto
Ribelli!
Gli ultimi partigiani raccontano la Resistenza. Di ieri e di oggi.
Di e con Domenico Guarino e Chiara Brilli
Sonorizzazioni partigiane de “I fratelli rossi”
“Ogni tanto nascono generazioni consapevoli che una rivoluzione è possibile”
Di e con Domenico Guarino e Chiara Brilli
Sonorizzazioni partigiane de “I fratelli rossi”
“Ogni tanto nascono generazioni consapevoli che una rivoluzione è possibile”
NUOVO CONSIGLIO DIRETTIVO
Il nuovo CONSIGLIO DIRETTIVO eletto in seguito alle elezioni dell'Associazione Mediterraneo, svoltesi a dicembre 2012, in carica per 2 anni, è così composto:
Presidente: Bruna DE PAULA - KARABATOS
Vice Presidente: Milena MARCUGGIA MESSARI
Segretario: Graziella MICHELETTI ANNINOY - KAVALIERATOY
Tesoriere: Emiliano MANGIAROTTI
Consigliere: Aura MUSCETTOLA MATIATOY
Presidente: Bruna DE PAULA - KARABATOS
Vice Presidente: Milena MARCUGGIA MESSARI
Segretario: Graziella MICHELETTI ANNINOY - KAVALIERATOY
Tesoriere: Emiliano MANGIAROTTI
Consigliere: Aura MUSCETTOLA MATIATOY
Presentazione Itinerario della Memoria al Museo storico della Liberazione
Al Museo storico della Liberazione, allestito nei locali dell’edificio che, nei mesi dell’occupazione nazista di Roma (11 settembre 1943 – 4 giugno 1944), venne utilizzato come carcere dal Comando della Polizia di sicurezza, domenica 16 settembre 2012 alle ore 10:30, la presentazione del volume di Isabella Insolvibile Kos 1943-1948. La strage, la storia e dell'Itinerario della Memoria a cura di Bruna De Paula e Paolo Paoletti .
Isabella Insolvibile presenterà
Itinerario della Memoria
Guida ai luoghi delle stragi dei militari italiani a Cefalonia
(settembre 1943),
a cura di Bruna De Paula e Paolo Paoletti
[Mephite, Atripalda (Av), 2011]
Antonio Parisella presenterà
Kos 1943-1948: la strage, la storia
di Isabella Insolvibile
[Edizioni Scientifiche Italiane, 2010]
Saranno presenti per l'Ass,ne Mediterraneo Bruna De Paula e Paolo Paoletti, per l'Archivio Storico della CGIL di Avellino, Giovanni Marino
Isabella Insolvibile presenterà
Itinerario della Memoria
Guida ai luoghi delle stragi dei militari italiani a Cefalonia
(settembre 1943),
a cura di Bruna De Paula e Paolo Paoletti
[Mephite, Atripalda (Av), 2011]
Antonio Parisella presenterà
Kos 1943-1948: la strage, la storia
di Isabella Insolvibile
[Edizioni Scientifiche Italiane, 2010]
Saranno presenti per l'Ass,ne Mediterraneo Bruna De Paula e Paolo Paoletti, per l'Archivio Storico della CGIL di Avellino, Giovanni Marino
Museo storico della Liberazione, via Tasso 145 Roma
Il Museo è raggiungibile con la Metro A (direzione Anagnina) fermata Manzoni-Museo della Liberazione e con la linea tranviaria 3, fermata Viale Manzoni e con tutte le linee che passano per Piazza San Giovanni in Laterano, Via Merulana, Via Emanuele Filiberto
Il Museo è raggiungibile con la Metro A (direzione Anagnina) fermata Manzoni-Museo della Liberazione e con la linea tranviaria 3, fermata Viale Manzoni e con tutte le linee che passano per Piazza San Giovanni in Laterano, Via Merulana, Via Emanuele Filiberto
Nuovo Consiglio Direttivo
Durante l'Assemblea Straodinaria della nostra associazione, tenutasi lo scorso 21 agosto, sono stati eletti i seguenti soci che resteranno provvisoriamente in carica fino alle prossime elezioni:
Consiglio Direttivo
Bruna De Paula, Presidente
Aura Muscettola Matiatou, Vice Presidente
Graziella Micheletti, Segretario
Emiliano Mangiarotti, Tesoriere
Falì Zapanti Pascali, Consigliere
Consiglieri sostituti
Iolanda Gorno
Maria Klironomou
Tassos Nodaros
Commissione elettorale
Elena Santi Kontogiannatou
Michela Panarito Tzaki
Giusi Acerno Piagkalaki
DELEGAZIONE del COMUNE di CEFALONIA in ITALIA
L’Associazione Mediterraneo ha attivamente collaborato
con il Comune di Cefalonia e con l’Agente Consolare Onorario italiano di
Cefalonia, all’organizzazione del viaggio della delegazione che sabato 31 marzo
è stata ricevuta dai sindaci di Baronissi e Cava de’ Tirreni, entrambe in
provincia di Salerno. I due sindaci italiani, il Dott. Giovanni Moscatiello e il
Prof. Marco Galdi, hanno devoluto le loro indennità da primi cittadini al
popolo greco e sono promotori dell’iniziativa Coordinamento Rete dei Sindaci e Greci D'Italia http://www.forgreece.eu/, che ha l’Alto
Patrocinio del Ministero degli Affari Esteri Ellenico ed è in collaborazione
con l’ANCI, la Croce Rossa Italiana e quella Ellenica.
la conferenza stampa |
Il 28 marzo, durante la conferenza
stampa, presenti il Vice Sindaco di Cefalonia con delega al Turismo, Dott.
Evànghelos Kekàtos, il Vice Presidente della Regione delle Isole Ionie, Dott.
Sotìris Kourìs, l’Agente Consolare Onorario di Cefalonia, Avv. Graziella Micheletti, il Vice Presidente
dell’Associazione Mediterraneo, Arch. Bruna De Paula, e il capogruppo della
delegazione, Dionìsios Stathàtos, è stato presentato il programma della delegazione
che andrà in Italia in moto.
Il 29 alle 12:00, dopo il saluto del Sindaco di Cefalonia, Dott. Alèxandros Parìsis, i motociclisti sono partiti dal Municipio di Cefalonia. |
Il Sindaco di Baronissi, Giuseppe Moscatiello, e il capogruppo della delegazione, Dionisios Stathàtos. |
Il giorno 30 al porto di Bari la
delegazione è stata accolta da una delegazione di Castrignano dei Greci, paese
ellinofono del Salento, con il quale Cefalonia ha firmato, nel settembre 2011,
la prima fase del protocollo di gemellaggio.
Il 31 l’arrivo a Baronissi, dove la delegazione è stata accolta dal Sindaco Moscatiello e da un gruppo di motociclisti della città di Baronissi. Agli incontri con i sindaci italiani hanno partecipato anche i rappresentanti della Comunità Ellenica di Napoli e della Campania.
Il Sindaco di Baronissi e Spiridùlla Michalàtu, un agente della Polizia Ellenica che, conoscendo la lingua italiana, faceva da interprete. |
Questo il messaggio che la
delegazione di Cefalonia ha riferito ai due sindaci italiani: «Volevamo
ringraziare il sindaco e la città di Baronissi di persona per un gesto d’amore
che per il popolo greco ha significato molto in un momento di grande
difficoltà. Un gesto che in Europa non tutti hanno compreso fino in fondo e che
l’Europa dovrebbe prendere ad esempio»
L’Associazione Mediterraneo, tramite la delegazione, ha
inviato ai due sindaci italiani una copia dell’Itinerario della Memoria.
Il video del Convegno per lo Sviluppo del Turismo, tenutosi il 22 aprile ad Argostoli, presso il Teatro Comunale "Kèfalos" con l'intervento (in greco) del capo gruppo, Dionisios Stathatos, e di Spiridoulla Michalatou della delegazione del Comune di Cefalonia. Nel loro intervento ringraziano per la collaborazione sia l'Agente Consolare Onorario, Avv. Graziella Micheletti, che la nostra associazione, in particolare il Vice Presidente, arch. Bruna De Paula - presente al convegno - ed il Presidente, Dott.ssa Clotilde Perrotta.
Il video del Convegno per lo Sviluppo del Turismo, tenutosi il 22 aprile ad Argostoli, presso il Teatro Comunale "Kèfalos" con l'intervento (in greco) del capo gruppo, Dionisios Stathatos, e di Spiridoulla Michalatou della delegazione del Comune di Cefalonia. Nel loro intervento ringraziano per la collaborazione sia l'Agente Consolare Onorario, Avv. Graziella Micheletti, che la nostra associazione, in particolare il Vice Presidente, arch. Bruna De Paula - presente al convegno - ed il Presidente, Dott.ssa Clotilde Perrotta.
Intervento di ISABELLA INSOLVIBILE alla presentazione dell'ITINERARIO della MEMORIA
da sx: Mario De Prospo, ricercatore dell'Università di Napoli ; Isabella Insolbibile e Vincenzo Petruzziello, segretario della CGIL di Avellino |
«Cefalonia è un luogo simbolico, ma anche molto concreto, della memoria. È, anche, un luogo che riunisce, e in un certo modo riappacifica, le quattro anime della resistenza, le “resistenze”, così come recentemente definite da Giorgio Rochat: la resistenza dei partigiani, la resistenza dei militari, la resistenza delle forze armate regolari, la resistenza degli internati militari. Quattro anime tese verso un unico e onnicomprensivo obiettivo, quello della Liberazione dell’Italia e dell’Europa dal dominio nazista e fascista, in cui si possono riconoscere i vari aspetti della lotta dei soldati della Divisione Acqui a Cefalonia nel settembre 1943.
I luoghi della memoria sono importanti, e non solo per chi sopravvive – i reduci, le famiglie dei caduti e dei superstiti –, ma per un’intera comunità nazionale, che in un caso del genere si può fare (e si fa grazie all’impegno dell’Associazione Mediterraneo) sovranazionale, e quindi europea.
I musei sono importanti luoghi di memoria. Tra l’isola di Cefalonia e l’Associazione Mediterraneo si è sviluppato fin dall’inizio un vicendevole scambio: l’isola e la storia – italiana, ma non solo – della Divisione Acqui hanno offerto a questa valorosa e volenterosa associazione il “luogo”, il territorio in cui la storia si svolse e la memoria si è evoluta e si evolve;
l’Associazione, nata dal e nel luogo, ha trasformato quest’ultimo in un museo vivente, inteso come luogo della memoria che racchiude in sé, come ha scritto Epifani, decine di luoghi della memoria, per quanto possibile elencati, “conservati” e quindi “curati”, in questo Itinerario, nella consapevolezza, come ha scritto Paoletti, che “è incontestabile che la strage di Cefalonia è fatta dai grandi numeri di Troianata e Kardakata, ma soprattutto dalle innumerevoli piccole cifre delle tante esecuzioni sommarie rimaste senza testimoni e senza un segno dei posteri” (p. 28)
Una strage lunghissima, come ci ricorda lo studioso, durata ben 12 giorni; una strage “diffusa”, sparpagliata in centinaia di località diverse, spesso oggi scomparse o non individuabili. Ma quello che si può ricostruire è stato recuperato, e questo solo grazie allo sforzo dei nostri due autori.
Nonostante le promesse mancate – chiara, netta e probabilmente necessaria la recriminazione di Paoletti – delle autorità politiche, militari e civili che si sono succedute nella storia dell’Italia repubblicana (dai governi nazionali alle più piccole amministrazioni comunali, dalle associazioni reducistiche alle gerarchie militari), è stato lo sforzo, spesso improbo, di singoli cittadini – o, perlopiù, cittadine, e questo prova ancora una volta che sono le donne il vero motore del cambiamento e delle possibilità – italiani e greci a permettere che questo scambio, che ha del “miracoloso”, tra il luogo, la storia e la memoria, diventasse possibile.
Da qualche anno, in Italia e all’estero, si assiste alla diffusione di un nuovo tipo di turismo, definito dagli esperti “turismo della memoria”. Bartoletti ha scritto: “Il passato, nella sua varietà, si offre come esperienza, come un prodotto da consumare. Ma, in qualche modo, il passato si fa presente, e la rievocazione non è solo un fatto nostalgico, ma una riflessione sul presente, mediata da immagini del passato, più o meno fantasiose. […] Nelle società che hanno qualche problema con le loro radici (e quindi con il loro futuro, non tanto con il loro passato) proliferano le ricerche degli antenati” (http://lamemoriadellecose.wordpress.com/category/turismo-della-memoria/).
La stessa studiosa ha definito i musei “luoghi in cui la decisione di cosa ricordare (e cosa dimenticare) si prende consapevolmente. Una vera e propria politica della memoria. E si decide anche il significato di quello che si ricorda (o almeno ci si prova)”(ibidem). In questo caso – ed è uno dei pochi – si tratta di una politica della memoria positiva.
Fu Marcello Venturi, in realtà, a indicare per primo, in una forma romanzesca ma talmente verosimile da costituire un punto di riferimento imprescindibile anche per gli studi storici più strettamente scientifici, la possibilità di percepire Cefalonia come “meta di ritorno” nel percorso di ricostruzione di identità familiari e comunitarie spezzate dalla guerra.
Il protagonista di Bandiera bianca a Cefalonia (edito nel 1963 e più volte ristampato, tradotto in 14 lingue), protagonista romanzesco ma riconoscibile in ognuno dei figli e poi dei nipoti delle vittime e dei superstiti di Cefalonia, si reca nell’isola per ricostruire la storia della tragica morte del padre, ufficiale della Acqui fucilato dai tedeschi. Quel viaggio è un “viaggio di ritorno”, un percorso all’indietro che restituisce identità, la quale, sia a livello personale e familiare, sia a livello comunitario, non è qualcosa di automatico ma, piuttosto, qualcosa che si crea, si costruisce, si recupera, e poi si conserva e cura. Come un museo.
Quasi una decina di anni fa, in un convegno tenuto a Cefalonia in occasione del 60° anniversario dei fatti del settembre 1943, parlammo della necessità di istituire nell’isola un museo-laboratorio che divenisse punto di riferimento degli studi relativi alla resistenza dei militari italiani all’estero e della lotta di Liberazione in generale.
Nonostante le molte promesse, scarso o totalmente inesistente è stato l’aiuto offerto dalle varie personalità all’Associazione Mediterraneo per la realizzazione di tale ambizioso progetto. Oggi, a distanza di anni, mi rendo conto che quel laboratorio di cui si parlava c’era già, ed era l’isola stessa, compreso il piccolo ma importantissimo museo gestito dall’Associazione.
E, tuttavia, un laboratorio del genere, necessitava di strumenti e attrezzature che, per evitare la mercificazione della memoria, trasformassero il “turismo della memoria” in “turismo motivato”(come lo ha ben definito Mauro Passarin dell’Istituto della Resistenza di Vicenza, http://www.iborderline.net/rifugi-culturali/2010/06/percorrendo-i-luoghi-della-memoria-1/), in un’occasione di approfondimento e ricerca, sia per i parenti degli uomini della Acqui sia, se non soprattutto, per gli studiosi e gli studenti che avessero visitato Cefalonia come luogo della memoria.
Oggi possiamo dire che il fondamentale, nonché il primo, di questi “strumenti”, ha visto finalmente la luce, e questo grazie, ancora, all’Associazione Mediterraneo, soprattutto a Bruna De Paula e Paolo Paoletti. Grazie anche alla CGIL che, direi giustamente, come ben chiarisce, ancora, Epifani nell’Introduzione al volume, si è fatta carico delle spese di edizione e di distribuzione di questo validissimo Itinerario della memoria. Si è, direi finalmente, andati “oltre la solidarietà formale” – come hanno ben scritto Vincenzo Petruzziello e Gianni Marino, rispettivamente segretario e direttore dell’archivio storico della CGIL Avellino, – scegliendo un “impegno concreto” (pp. 12).
Una guida ai luoghi è innanzitutto uno strumento indispensabile per coloro che, come me, studiano questo tipo di eventi da un punto di vista scientifico. Su Cefalonia la documentazione archivistica e bibliografica è sterminata, e tuttavia una conoscenza approfondita dei fatti del settembre 1943 è stata finora inevitabilmente ostacolata dalla scarsa competenza nell’individuazione delle località in cui gli eventi accaddero.
Per gli storici militari la conoscenza dei luoghi è indispensabile. Il caso di Cefalonia è un modello perfetto: per fare un solo ma significativo esempio, nulla può comprendersi delle dinamiche della battaglia e della vittoria tedesca se non ci si reca nella località di Kardakata, l’altura dalla quale si dominava la baia di Argostoli ma anche la parte dell’isola sulla quale sbarcarono i rinforzi tedeschi. Quell’altura, che vista su una carta dice poco o niente, è il cuore della vicenda di Cefalonia, ed è facile accorgersene se si visita il luogo; quell’altura era in mano agli italiani fino a che una scelta improvvida del nostro comando non la regalò ai tedeschi durante le trattative precedenti alla battaglia, determinando la sorte degli sfortunati combattenti della divisione italiana.
I futuri studiosi della storia della Divisione Acqui – perché, è bene dirlo, nonostante le 140 pubblicazioni (non sempre facilmente reperibili), giustamente citate in appendice all’Itinerario, che offre così anche la prima bibliografia completa sulla resistenza e la strage di Cefalonia – hanno ora a disposizione “lo strumento” principale della loro ricerca, che è anche un incentivo a uscire dagli archivi – troppi, infatti, sono ancora convinti che bastino le carte le quali, sebbene imprescindibili, sono solo una delle fonti che uno storico deve utilizzare – e recarsi sui luoghi.
Ma un lavoro del genere non serve solo agli storici di professione. Per coloro che faranno “turismo motivato”, l’Itinerario permetterà di intendere il luogo, il territorio,
in “senso educativo, come funzione formativa della coscienza storicizzata, come strumento culturale dove paesaggio e memoria intrattengono rapporti reciprocamente costitutivi”. Il luogo diventerà “mediatore tra passato e presente”, custode “di quella memoria che dev’essere oggi presentata come serbatoio del senso e del riorientamento” (Mauro Passarin, ibidem).
L’approfondimento è necessario in quanto la memoria, se confinata nel vissuto personale del figlio, del nipote, di un caduto, rischia di trasformarsi in un processo autoreferenziale non produttivo di possibilità di conoscenza e condivisione.
La memoria che si trasforma, invece, in fondamenta per una conoscenza consapevole e trasmissibile, è una memoria utile in modo condiviso – aggettivo che si vuole e si deve usare solo in questo senso.
È una memoria che si fa base di un’identità collettiva, che racconta la guerra per insegnare la pace, che narra di genti nemiche oggi parte di una sola comunità. Come ha scritto la vicepresidentessa di Mediterraneo, nonché coautrice dell’Itinerario, a Cefalonia, “dalla brutalità della guerra” è “nato qualcosa di positivo: la solidarietà tra fratelli europei nella lotta di Liberazione” (pp. 21).
È per questo motivo che Cefalonia è non solo il luogo della memoria per eccellenza della tragedia e della gloria dell’8 settembre 1943, ma è diventata, sta diventando, il luogo della progettazione e della realizzazione di un’Europa possibile, dalle radici comuni e intrecciate, ed ormai inscindibili. Da luogo della memoria, dunque, a luogo di pace e futuro, un luogo in cui l’Europa, e con essa il Mediterraneo, è davvero unita.
Ma non finisce qui, spero. L’Itinerario è solo una prima, importantissima, tappa: perché tutto questo sia davvero possibile, l’Associazione Mediterraneo va sostenuta nel tempo. Io spero davvero che la CGIL continui nel suo impegno – è, in fondo, la prima grande istituzione che mantiene le promesse, e per questo la ringrazio – e ci aiuti a coinvolgere altri.
Guglielmo Epifani, Presidente della Fondazione Bruno Trentin, che ha scritto la prefazione dell'Itinerario della Memoria |
Presentazione del libro ITINERARIO DELLA MEMORIA
Mercoledì 13 luglio 2011 alle ore 18:30 si terrà ad AVELLINO, presso il Circolo della Stampa in Corso Vittorio Emanuele II, una presentazione del libro ITINERARIO della MEMORIA, guida ai luoghi delle stragi dei militari italiani a Cefalonia (settembre 1943) a cura di Bruna De Paula e Paolo Paoletti, pubblicato dall’Associazione “Mediterraneo” con il patrocinio della Camera del Lavoro di Avellino e di Alessandria e della Fondazione “Bruno Trentin” ed edito dalla Mephite.
- Saluti: VINCENZO PETRUZZIELLO (Segretario Generale CGIL Avellino) e GIUSEPPE GALASSO (Sindaco di Avellino)
- Coordina: OTTAVIO LUCARELLI (Presidente Ordine dei giornalisti della Campania)
- Introduce: GIANNI MARINO ( Resp. Archivio Storico della CGIL Avellino)
- Intervengono: GUIDO D’AGOSTINO (Università “Federico II” di Napoli)
e MICHELE GRAVANO (Segretario Generale CGIL Campania)
- Conclude: GUGLIELMO EPIFANI (Presidente Fondazione “Bruno Trentin”)
- Partecipano inoltre: MAURO BUZZI (Segretario CGIL Alessandria), ISABELLA INSOLVIBILE (Ricercatrice universitaria), MARIO DE PROSPO (Ricercatore universitario) e, in videoconferenza da Cefalonia, BRUNA DE PAULA (curatrice del libro per l'Ass.ne italo-greca di Cefalonia “MEDITERRANEO”)
I lavori si concluderanno con la proiezione di un breve filmato,
a cura di Marco Delli Gatti e Francesco Spagnoletti, sui festeggiamenti per i 150 anni de L’UNITÀ D’ITALIA organizzati dalla CGIL di Avellino.
Την Τετάρτη, 13 Ιουλίου στις 18.30 στο AVELLINO (Ιταλία)
Παρουσίαση του βιβλίου ΔΙΑΔΡΟΜΗ ΤΗΣ ΜΝΗΜΗΣΟδηγός για τους τόπους των σφαγών των ιταλικών στρατευμάτων στην Κεφαλονιά (Σεπτέμβριος 1943) της Bruna De Paula και του Paolo Paoletti (Εκδόσεις Mephite)
δημοσιεύονται υπό την αιγίδα του Επιμελητηρίου Εργασίας (CGIL) της Avellino και της Alessandria και το Ίδρυμα "Bruno Trentin"
- Χαιρετισμοί: VINCENZO PETRUZZIELLO (Γενικός Γραμματέας CGIL Avellino) και GIUSEPPE GALASSO (Δήμαρχος Avellino)
- Πρόεδρος: OTTAVIO LUCARELLI (Πρόεδρος της Ένωσης Δημοσιογράφων της Campania)
- Εισαγωγή από τον GIANNI MARINO (επικεφαλής του Ιστορικού Αρχείου της CGIL Avellino)
- Ομιλητές: GUIDO D'AGOSTINO (Πανεπιστήμιο "Federico II" της Napoli) και MICHELE GRAVANO (Γενικός Γραμματέας CGIL Campania)
- Συμπέρασμα: GUGLIELMO EPIFANI (Πρόεδρος του Ιδρύματος "Bruno Trentin")
- Επίσης, συμμετέχουν: MAURO BUZZI (Γραμματέας CGIL Alessandria), ISABELLA INSOLVIBILE (πανεπιστημιακό ερευνητή), MARIO DE PROSPO (πανεπιστημιακό ερευνητή) και, μέσω τηλεδιάσκεψης από την Κεφαλονιά, BRUNA DE PAULA (συγγραφέας του βιβλίου
και αντιπρόεδρος του Ελληνοïταλικό Σύλλογο της Κεφαλονιάς "MEDITERRANEO")
- Saluti: VINCENZO PETRUZZIELLO (Segretario Generale CGIL Avellino) e GIUSEPPE GALASSO (Sindaco di Avellino)
- Coordina: OTTAVIO LUCARELLI (Presidente Ordine dei giornalisti della Campania)
- Introduce: GIANNI MARINO ( Resp. Archivio Storico della CGIL Avellino)
- Intervengono: GUIDO D’AGOSTINO (Università “Federico II” di Napoli)
e MICHELE GRAVANO (Segretario Generale CGIL Campania)
- Conclude: GUGLIELMO EPIFANI (Presidente Fondazione “Bruno Trentin”)
- Partecipano inoltre: MAURO BUZZI (Segretario CGIL Alessandria), ISABELLA INSOLVIBILE (Ricercatrice universitaria), MARIO DE PROSPO (Ricercatore universitario) e, in videoconferenza da Cefalonia, BRUNA DE PAULA (curatrice del libro per l'Ass.ne italo-greca di Cefalonia “MEDITERRANEO”)
I lavori si concluderanno con la proiezione di un breve filmato,
a cura di Marco Delli Gatti e Francesco Spagnoletti, sui festeggiamenti per i 150 anni de L’UNITÀ D’ITALIA organizzati dalla CGIL di Avellino.
Την Τετάρτη, 13 Ιουλίου στις 18.30 στο AVELLINO (Ιταλία)
Παρουσίαση του βιβλίου ΔΙΑΔΡΟΜΗ ΤΗΣ ΜΝΗΜΗΣΟδηγός για τους τόπους των σφαγών των ιταλικών στρατευμάτων στην Κεφαλονιά (Σεπτέμβριος 1943) της Bruna De Paula και του Paolo Paoletti (Εκδόσεις Mephite)
δημοσιεύονται υπό την αιγίδα του Επιμελητηρίου Εργασίας (CGIL) της Avellino και της Alessandria και το Ίδρυμα "Bruno Trentin"
- Χαιρετισμοί: VINCENZO PETRUZZIELLO (Γενικός Γραμματέας CGIL Avellino) και GIUSEPPE GALASSO (Δήμαρχος Avellino)
- Πρόεδρος: OTTAVIO LUCARELLI (Πρόεδρος της Ένωσης Δημοσιογράφων της Campania)
- Εισαγωγή από τον GIANNI MARINO (επικεφαλής του Ιστορικού Αρχείου της CGIL Avellino)
- Ομιλητές: GUIDO D'AGOSTINO (Πανεπιστήμιο "Federico II" της Napoli) και MICHELE GRAVANO (Γενικός Γραμματέας CGIL Campania)
- Συμπέρασμα: GUGLIELMO EPIFANI (Πρόεδρος του Ιδρύματος "Bruno Trentin")
- Επίσης, συμμετέχουν: MAURO BUZZI (Γραμματέας CGIL Alessandria), ISABELLA INSOLVIBILE (πανεπιστημιακό ερευνητή), MARIO DE PROSPO (πανεπιστημιακό ερευνητή) και, μέσω τηλεδιάσκεψης από την Κεφαλονιά, BRUNA DE PAULA (συγγραφέας του βιβλίου
και αντιπρόεδρος του Ελληνοïταλικό Σύλλογο της Κεφαλονιάς "MEDITERRANEO")
Presentazione del libro ITINERARIO della MEMORIA
Sabato 14 maggio 2011 è stato presentato al Salone Internazionale del Libro di Torino il libro ITINERARIO della MEMORIA realizzato a cura di Bruna De Paula e Paolo Paoletti con il patrocinio delle Camere del Lavoro CGIL di Avellino e di Alessandria e della Fondazione "Bruno Trentin". La prefazione è di Guglielmo Epifani, presentazione di Danilo Rapetti, Sindaco di Acqui Terme.
Mario De Prospo |
Bruna De Paula, vice presidente dell'Associazione "Mediterraneo", curatrice del libro con lo storico Paolo Paoletti
Bruna De Paula |
Gianni Marino, Direttore dell'Archivio Storico della Camera del Lavoro CGIL di Avellino
Mario Buzzi, della Segreteria della Camera del Lavoro CGIL di Alessandria
Mario Buzzi, della Segreteria della Camera del Lavoro CGIL di Alessandria
Tra il pubblico presente: Mario Gelera, Presidente della sez. di Torino dell'Associazione Divisione Acqui; Costantino Ruscigno, Presidente della sez. di Milano dell'Associazione Divisione Acqui e Vincenzo Petruziello, Segretario della Camera del Lavoro CGIL di Avellino.
La presentazione si è arricchita, a sorpresa, delle testimonianze d'eccezione di Cesare Ronchetto, torinese, nel settembre 1943 addetto ad una batteria contraerea italiana che presidiava Cefalonia miracolosamente scampato al massacro, e di Gisella Giambone, figlia del martire della Resistenza Eusebio Giambone, confinato politico in Irpinia a San Sossio Baronia.
La presentazione si è arricchita, a sorpresa, delle testimonianze d'eccezione di Cesare Ronchetto, torinese, nel settembre 1943 addetto ad una batteria contraerea italiana che presidiava Cefalonia miracolosamente scampato al massacro, e di Gisella Giambone, figlia del martire della Resistenza Eusebio Giambone, confinato politico in Irpinia a San Sossio Baronia.
Questo l'intervento del nostro vicepresidente Bruna De Paula:
Vi porto il saluto del Presidente dell’Associazione “Mediterraneo”, Dott.ssa Clotilde Perrotta, e di tutti i nostri soci. La nostra è un’associazione culturale italo-greca, con sede a Cefalonia, il cui scopo principale è la solidarietà tra i membri e, più in generale, tra il popolo italiano e quello greco, ed il consolidamento delle relazioni tra i due popoli. Nel 2001 abbiamo allestito un piccolo museo dedicato ai tragici fatti avvenuti a Cefalonia durante la II guerra mondiale. Ovviamente abbiamo allestito il museo perché riteniamo fermamente che la Memoria di guerra generi Pace.
Il motivo principale che mi ha spinto a realizzare una guida alle località di Cefalonia, legate alla memoria delle stragi dei militari italiani, scaturisce dalla continua richiesta in tal senso da parte dei visitatori, soprattutto italiani, del nostro piccolo museo fin da primi anni di apertura. Da subito, quindi, sentivo l’esigenza e la necessità di realizzare una guida corredata sia di cartine stradali e di fotografie che di un testo documentato. Nessuno di noi era, naturalmente, in grado di concretizzare una cosa del genere, non essendoci tra noi alcuno storico né cartografo. Siamo quindi enormemente grati a Paolo Paoletti, ricercatore, storico e socio onorario della “Mediterraneo”, che ha voluto aiutarci in questo progetto, offrendoci tutta la sua conoscenza e documentazione acquisita in tanti anni di ricerche sui fatti avvenuti a Cefalonia durante la II Guerra Mondiale.
Per la cartografia, invece, ci siamo dovuti accontentare della sottoscritta. Grazie alla mia professione (sono architetto) ho almeno dimestichezza con mappe topografiche e planimetrie. Ovviamente non è solo per la competenza tecnica che ho curato l’itinerario insieme a Paolo Paoletti: ho anche alle spalle 10 anni di “volontariato della Memoria”. La Storia non è la mia professione ma prima l’allestimento del piccolo museo di Cefalonia per l’Associazione “Mediterraneo” e poi la lettura di un cospicuo numero di testi scritti sull’eccidio di Cefalonia, per il suo costante aggiornamento in questi anni, e l’aver ascoltato i racconti di tanti testimoni oculari sia greci che italiani mi hanno fornito “sul campo” una competenza anche storica, seppur limitata ai soli eventi di Cefalonia durante II Guerra Mondiale.
C’è una questione che mi preme sottolineare riguardo all’Itinerario della Memoria. Essendo una guida alle località delle stragi il nostro interesse era rivolto esclusivamente ad indicare i percorsi e le strade per raggiungere i campi, gli uliveti, le cave e i muretti dove sono avvenute le fucilazioni e NON il numero dei Caduti. Il motivo che personalmente mi spinge dal 2000 ad impegnarmi per mantenere viva e trasmettere la Memoria degli eventi di Cefalonia non è assolutamente legato ad una questione “numerica”, bensì all’inaccettabile violazione del diritto internazionale e dei diritti umani avvenuta nella nostra isola: dei prigionieri di guerra, quindi “sacri” secondo il codice di guerra, sono stati uccisi spesso a tradimento e a sangue freddo e allo stesso modo sono stati uccisi centinaia di civili greci. Anche in guerra, invece, esistono delle regole, delle convenzioni che andrebbero rispettate, ma a Cefalonia ciò non è avvenuto.
Molte sono state le difficoltà incontrate nel redigere l’Itinerario della Memoria. Prima di tutto sono passati troppi anni e i testimoni, sia italiani che greci, ancora in grado di dare informazioni valide sono ormai molto pochi e comunque la memoria a distanza di anni finisce con l’essere “elaborata” e in qualche modo trasformata o integrata inconsapevolmente con quanto letto o ascoltato da altri. Di conseguenza ci siamo dovuti basare soprattutto sulle testimonianze scritte, come quelle riportate nei Decreti di Archiviazione della Procura di Monaco di Baviera, del 27 luglio 2006, e di quella di Dortmund, dell’8 marzo 2007, il che ha portato ad un’altra difficoltà quella legata alla lingua perché molti nomi di località, riferite dai testimoni sia italiani che tedeschi, non corrispondevano ai nomi in greco.
Una delle nostre fonti è stata anche la relazione di don Luigi Ghilardini, redatta quando fu inviato a Cefalonia dal Ministero della Difesa nell’ottobre del 1948 con la Missione Militare italiana. Il problema però è che don Ghilardini, non aveva tra le sue priorità quella di indicare le località delle stragi, che personalmente ben conosceva, bensì la ricerca e la raccolta dei resti mortali per la loro definitiva sepoltura. Quindi anche le sue relazioni spesso non sono state di grande aiuto per l’individuazione precisa delle località.
Un’altra grande difficoltà incontrata è stata causata dal fatto che in seguito al distruttivo terremoto dell’agosto 1953 interi paesi furono ricostruiti in altre posizioni, anche se poco distanti dalle precedenti, oppure furono completamente abbandonati e non ne esiste più traccia. Ad Argostoli, il capoluogo di Cefalonia, anche il tracciato stradale fu completamente stravolto con la ricostruzione post terremoto. Per nostra fortuna però, nel 1948, iniziarono i rilievi per la stesura di un Piano Regolatore della città, che fu pubblicato nel febbraio del 1953, e all’Ufficio Tecnico Urbanistico di Argostoli sono conservate quasi tutte le planimetrie che abbiamo potuto consultare e fotocopiare. Solo così, infatti, è stato possibile stabilire con certezza dove si trovavano alcuni edifici della città nel 1943.
Il primo itinerario della guida è proprio quello che si riferisce alla città di Argostoli dove, oltre ad aver riportato la posizione di alcuni edifici dell’epoca noti a molti perché riportati in diversi testi, ne abbiamo individuati molti altri sia di interesse generale sia legati alle vicende degli italiani come, ad esempio, la Centrale elettrica e quella idrica, la vecchia segheria e poi il Teatro estivo Apòllon, distrutto durante i bombardamenti tedeschi e mai ricostruito nonostante le promesse di aiuto da parte italiana. Il Presidente Sandro Pertini il 30 novembre del 1980, durante il suo discorso tenuto in occasione della sua visita a Cefalonia, ricordò che un ministro del Governo italiano di allora ne aveva promesso la ricostruzione, come una sorta di risarcimento da parte italiana, fatto mai avvenuto (precisamente disse: «Ho preso un impegno con il Sindaco e con Lei, Signor Ministro ‘Averoff, che mi adopererò presso il governo italiano – il Presidente della Repubblica italiana non ha i poteri che ha il mio amico carissimo Karamanlis, uomo molto intelligente ed equilibrato – però io interverrò ugualmente presso i governanti del mio Paese, perché quando un Ministro promette e poi non mantiene, io ho uno strumento dalla mia parte: non firmo i suoi provvedimenti, e quindi la promessa che io ho fatto al Sindaco [di] aiutarvi a ricostruire il teatro distrutto dai fascisti sarà mantenuta. Vi aiuteremo a ricostruire il teatro o l’ospedale, o l’uno o l’altro, meglio se tutte e due, vedremo.»).
Nella guida abbiamo indicato altri 5 itinerari e per tutti abbiamo ipotizzato come punto di partenza Argostoli. Come ha scritto Paolo Paoletti nella sua introduzione: “Per gli italiani tutta Cefalonia dovrebbe diventare un’isola della memoria. Non solo la terraferma ma anche il mare” non dobbiamo dimenticare, infatti, che a pochi metri dalla costa, a Capo Lardigò, giace sul fondo del mare il relitto della nave Ardena, nel cui affondamento, avvenuto il 28 settembre del ’43, morirono 720 militari italiani prigionieri e recentemente, nell’agosto del 2009, una spedizione subacquea italiana ha fotografato e filmato i loro resti mortali, che sono lì da 68 anni ad appena 28 metri di profondità ma - in base al codice del Commissariato Generale alle Onoranze ai Caduti in guerra del Ministero della Difesa - il mare è ritenuto una degna sepoltura, quindi quei corpi resteranno nel mare di Cefalonia per sempre.
Per alcune località abbiamo potuto solo indicare il nome del paese dove gruppi di italiani sono stati uccisi, ma non sappiamo il punto esatto in cui avvenne, come ad esempio a San Costantino dove secondo la relazione del procuratore di Dortmund furono uccisi 26 ufficiali a cui furono tolti i piastrini di riconoscimento. In altri casi, invece, siamo potuti essere molto precisi, come a Troianata dove esiste ancora lo stesso muretto a secco contro cui si ammassarono gli italiani in cerca di fuga mentre venivano mitragliati, oppure a Faraklata dove c’è ancora l’ulivo con la croce in memoria dell’impiccaggione, in questo caso di un cefaliota, Anghelos Kostandakis, la cui famiglia aveva aiutato e salvato Amos Pampaloni dopo la sua fucilazione. Abbiamo indicato come raggiungere le trincee di Prokopata, le postazioni della Regia Marina a Faraò, i bunker tedeschi di Capo Munda, all’estremo sud dell’isola. dove ci fu una sanguinosa quanto inutile battaglia e dove furono uccisi a sangue freddo gli italiani feriti sul campo di battaglia, poi il Ponte Kimonikò che gli italiani cercarono di riconquistare in una battaglia che durò tre giorni e dove è ancora visibile una svastica con la data “1943”, incise nella pietra di uno dei piloni.
C’è da dire che nell’Itinerario della Memoria abbiamo segnalato solo quelle località raggiungibili in auto ma ce ne sono anche altre, sulle colline, come la postazione della batteria di artiglieria del cap. Amos Pampaloni in località “Due Mulini”, raggiungibili solo a piedi che non abbiamo ritenuto opportuno segnalare. Magari lo faremo nella prossima guida!
Il motivo principale che mi ha spinto a realizzare una guida alle località di Cefalonia, legate alla memoria delle stragi dei militari italiani, scaturisce dalla continua richiesta in tal senso da parte dei visitatori, soprattutto italiani, del nostro piccolo museo fin da primi anni di apertura. Da subito, quindi, sentivo l’esigenza e la necessità di realizzare una guida corredata sia di cartine stradali e di fotografie che di un testo documentato. Nessuno di noi era, naturalmente, in grado di concretizzare una cosa del genere, non essendoci tra noi alcuno storico né cartografo. Siamo quindi enormemente grati a Paolo Paoletti, ricercatore, storico e socio onorario della “Mediterraneo”, che ha voluto aiutarci in questo progetto, offrendoci tutta la sua conoscenza e documentazione acquisita in tanti anni di ricerche sui fatti avvenuti a Cefalonia durante la II Guerra Mondiale.
Per la cartografia, invece, ci siamo dovuti accontentare della sottoscritta. Grazie alla mia professione (sono architetto) ho almeno dimestichezza con mappe topografiche e planimetrie. Ovviamente non è solo per la competenza tecnica che ho curato l’itinerario insieme a Paolo Paoletti: ho anche alle spalle 10 anni di “volontariato della Memoria”. La Storia non è la mia professione ma prima l’allestimento del piccolo museo di Cefalonia per l’Associazione “Mediterraneo” e poi la lettura di un cospicuo numero di testi scritti sull’eccidio di Cefalonia, per il suo costante aggiornamento in questi anni, e l’aver ascoltato i racconti di tanti testimoni oculari sia greci che italiani mi hanno fornito “sul campo” una competenza anche storica, seppur limitata ai soli eventi di Cefalonia durante II Guerra Mondiale.
C’è una questione che mi preme sottolineare riguardo all’Itinerario della Memoria. Essendo una guida alle località delle stragi il nostro interesse era rivolto esclusivamente ad indicare i percorsi e le strade per raggiungere i campi, gli uliveti, le cave e i muretti dove sono avvenute le fucilazioni e NON il numero dei Caduti. Il motivo che personalmente mi spinge dal 2000 ad impegnarmi per mantenere viva e trasmettere la Memoria degli eventi di Cefalonia non è assolutamente legato ad una questione “numerica”, bensì all’inaccettabile violazione del diritto internazionale e dei diritti umani avvenuta nella nostra isola: dei prigionieri di guerra, quindi “sacri” secondo il codice di guerra, sono stati uccisi spesso a tradimento e a sangue freddo e allo stesso modo sono stati uccisi centinaia di civili greci. Anche in guerra, invece, esistono delle regole, delle convenzioni che andrebbero rispettate, ma a Cefalonia ciò non è avvenuto.
Molte sono state le difficoltà incontrate nel redigere l’Itinerario della Memoria. Prima di tutto sono passati troppi anni e i testimoni, sia italiani che greci, ancora in grado di dare informazioni valide sono ormai molto pochi e comunque la memoria a distanza di anni finisce con l’essere “elaborata” e in qualche modo trasformata o integrata inconsapevolmente con quanto letto o ascoltato da altri. Di conseguenza ci siamo dovuti basare soprattutto sulle testimonianze scritte, come quelle riportate nei Decreti di Archiviazione della Procura di Monaco di Baviera, del 27 luglio 2006, e di quella di Dortmund, dell’8 marzo 2007, il che ha portato ad un’altra difficoltà quella legata alla lingua perché molti nomi di località, riferite dai testimoni sia italiani che tedeschi, non corrispondevano ai nomi in greco.
Una delle nostre fonti è stata anche la relazione di don Luigi Ghilardini, redatta quando fu inviato a Cefalonia dal Ministero della Difesa nell’ottobre del 1948 con la Missione Militare italiana. Il problema però è che don Ghilardini, non aveva tra le sue priorità quella di indicare le località delle stragi, che personalmente ben conosceva, bensì la ricerca e la raccolta dei resti mortali per la loro definitiva sepoltura. Quindi anche le sue relazioni spesso non sono state di grande aiuto per l’individuazione precisa delle località.
Un’altra grande difficoltà incontrata è stata causata dal fatto che in seguito al distruttivo terremoto dell’agosto 1953 interi paesi furono ricostruiti in altre posizioni, anche se poco distanti dalle precedenti, oppure furono completamente abbandonati e non ne esiste più traccia. Ad Argostoli, il capoluogo di Cefalonia, anche il tracciato stradale fu completamente stravolto con la ricostruzione post terremoto. Per nostra fortuna però, nel 1948, iniziarono i rilievi per la stesura di un Piano Regolatore della città, che fu pubblicato nel febbraio del 1953, e all’Ufficio Tecnico Urbanistico di Argostoli sono conservate quasi tutte le planimetrie che abbiamo potuto consultare e fotocopiare. Solo così, infatti, è stato possibile stabilire con certezza dove si trovavano alcuni edifici della città nel 1943.
Il primo itinerario della guida è proprio quello che si riferisce alla città di Argostoli dove, oltre ad aver riportato la posizione di alcuni edifici dell’epoca noti a molti perché riportati in diversi testi, ne abbiamo individuati molti altri sia di interesse generale sia legati alle vicende degli italiani come, ad esempio, la Centrale elettrica e quella idrica, la vecchia segheria e poi il Teatro estivo Apòllon, distrutto durante i bombardamenti tedeschi e mai ricostruito nonostante le promesse di aiuto da parte italiana. Il Presidente Sandro Pertini il 30 novembre del 1980, durante il suo discorso tenuto in occasione della sua visita a Cefalonia, ricordò che un ministro del Governo italiano di allora ne aveva promesso la ricostruzione, come una sorta di risarcimento da parte italiana, fatto mai avvenuto (precisamente disse: «Ho preso un impegno con il Sindaco e con Lei, Signor Ministro ‘Averoff, che mi adopererò presso il governo italiano – il Presidente della Repubblica italiana non ha i poteri che ha il mio amico carissimo Karamanlis, uomo molto intelligente ed equilibrato – però io interverrò ugualmente presso i governanti del mio Paese, perché quando un Ministro promette e poi non mantiene, io ho uno strumento dalla mia parte: non firmo i suoi provvedimenti, e quindi la promessa che io ho fatto al Sindaco [di] aiutarvi a ricostruire il teatro distrutto dai fascisti sarà mantenuta. Vi aiuteremo a ricostruire il teatro o l’ospedale, o l’uno o l’altro, meglio se tutte e due, vedremo.»).
Nella guida abbiamo indicato altri 5 itinerari e per tutti abbiamo ipotizzato come punto di partenza Argostoli. Come ha scritto Paolo Paoletti nella sua introduzione: “Per gli italiani tutta Cefalonia dovrebbe diventare un’isola della memoria. Non solo la terraferma ma anche il mare” non dobbiamo dimenticare, infatti, che a pochi metri dalla costa, a Capo Lardigò, giace sul fondo del mare il relitto della nave Ardena, nel cui affondamento, avvenuto il 28 settembre del ’43, morirono 720 militari italiani prigionieri e recentemente, nell’agosto del 2009, una spedizione subacquea italiana ha fotografato e filmato i loro resti mortali, che sono lì da 68 anni ad appena 28 metri di profondità ma - in base al codice del Commissariato Generale alle Onoranze ai Caduti in guerra del Ministero della Difesa - il mare è ritenuto una degna sepoltura, quindi quei corpi resteranno nel mare di Cefalonia per sempre.
Per alcune località abbiamo potuto solo indicare il nome del paese dove gruppi di italiani sono stati uccisi, ma non sappiamo il punto esatto in cui avvenne, come ad esempio a San Costantino dove secondo la relazione del procuratore di Dortmund furono uccisi 26 ufficiali a cui furono tolti i piastrini di riconoscimento. In altri casi, invece, siamo potuti essere molto precisi, come a Troianata dove esiste ancora lo stesso muretto a secco contro cui si ammassarono gli italiani in cerca di fuga mentre venivano mitragliati, oppure a Faraklata dove c’è ancora l’ulivo con la croce in memoria dell’impiccaggione, in questo caso di un cefaliota, Anghelos Kostandakis, la cui famiglia aveva aiutato e salvato Amos Pampaloni dopo la sua fucilazione. Abbiamo indicato come raggiungere le trincee di Prokopata, le postazioni della Regia Marina a Faraò, i bunker tedeschi di Capo Munda, all’estremo sud dell’isola. dove ci fu una sanguinosa quanto inutile battaglia e dove furono uccisi a sangue freddo gli italiani feriti sul campo di battaglia, poi il Ponte Kimonikò che gli italiani cercarono di riconquistare in una battaglia che durò tre giorni e dove è ancora visibile una svastica con la data “1943”, incise nella pietra di uno dei piloni.
C’è da dire che nell’Itinerario della Memoria abbiamo segnalato solo quelle località raggiungibili in auto ma ce ne sono anche altre, sulle colline, come la postazione della batteria di artiglieria del cap. Amos Pampaloni in località “Due Mulini”, raggiungibili solo a piedi che non abbiamo ritenuto opportuno segnalare. Magari lo faremo nella prossima guida!
Bruna De Paula, durante il suo intervento |
Costantino Ruscigno legge il brano conclusivo di Bandiera bianca a Cefalonia |
Permettetemi di ringraziare chi ci ha aiutato nella realizzazione dell’Itinerario della Memoria e sono tanti: innanzitutto gli amici della CGIL di Avellino, ed in particolare Gianni Marino, ai quali si sono uniti gli amici di Alessandria, con i quali talaltro stiamo pensando di realizzare un vero e proprio itinerario sul campo. Un doveroso ringraziamento va a Gugliemo Epifani che ha voluto scrivere la prefazione, poi vogliamo ringraziare chi ci ha aiutato a individuare molte delle località indicate nel itinerario: prima di tutti padre Severino Trentin, già Parroco della Chiesa cattolica di Argostoli, che da alcuni anni è ritornato in Italia ed al quale ho scritto una mail per informarlo della presentazione, ma purtroppo non è potuto venire; poi Mario Gelera, figlio e nipote di Caduti, presidente della sezione di Torino dell’Associazione Divisione Acqui , che è anche socio onorario della nostra associazione e stasera è qui con noi; da ringraziare i testimoni i cui nomi leggerete nel libro e ci scusiamo se possiamo aver dimenticato qualcuno, infine da ringraziare sono tutti i soci della Mediterraneo. È grazie a loro ed al loro volontariato se, da 10 anni, abbiamo potuto aprire il museo almeno nel periodo estivo quando c’è maggiore afflusso di visitatori. Senza di loro non ci sarebbe né il museo di Cefalonia né sarebbe stato possibile scrivere l’Itinerario della Memoria. Il mio ringraziamento particolare va poi a due persone che in questi anni mi hanno fornito informazioni e documentazioni: sono un sopravvissuto italiano che vive in Slovenia e un tedesco che vive in Italia. Si tratta di Elio Sfiligoj, più volte citato nel testo dell’itinerario e Manfred H. Teupen che considero il mio archivio personale. Infine vorrei ringraziare tutti voi che siete intervenuti oggi alla presentazione e so che alcuni sono venuti anche da altre città, come gli amici di Avellino, e vedo anche alcuni rappresentanti dell’Associazione Divisione Acqui della sez. di Milano come Wally e Ilario Nadal e poi il presidente Costantino Ruscigno, il cui padre Nicola, uno degli 36 ufficiali sopravvissuti alla strage di San Teodoro, ha inaugurato, il 1° luglio 2001, il nostro piccolo museo di Cefalonia. Auspicando che si avveri quanto scritto dal Sindaco di Acqui Terme, Danilo Rapetti, e colgo l’occasione per ringraziare anche lui per aver voluto scrivere la presentazione del nostro libro, spero di vedervi presto tutti a Cefalonia per ripercorrere realmente i 6 itinerari proposti.
Per concludere vorrei leggervi un brano del libro di Marcello Venturi (+2008), Bandiera bianca a Cefalonia, pubblicato la prima volta nel 1963 e tradotto in ben 14 lingue, è un brano che facevamo leggere al Monumento di Cefalonia agli studenti che parteciparono al programma “Cefalonia 2003: isola della pace” al cui convegno intervenne anche Marcello Venturi. Con questo brano si conclude il suo libro e rispecchia un po’ quello che provai anch’io quando 21anni fa vidi per la prima volta Argostoli ma, contrariamente a quanto ha scritto Marcello Venturi, devo dire che chi come me vive a Cefalonia non può dimenticare quanto è successo durante la II Guerra Mondiale, si convive, questo si, e si può superare, ma solo ricordando e trasmettendo la Memoria nella speranza che i fatti avvenuti nella nostra splendida isola non si ripetano più.
Questo è il brano conclusivo di "Bandiera bianca a Cefalonia" (letto da Costantino Ruscigno, il cui padre Nicola, sopravvissuto alla strage degli ufficiali a San Teodoro/Casetta Rossa, ha inaugurato il nostro piccolo museo il 1° luglio 2001):
"Era una serata perfetta, e Argostoli mi appariva del tutto diversa dalla città spenta del mio arrivo, dalla città squallida che avevo visto quello stesso mattino. Mi sembrava diversa l'isola intera; diverso il golfo, che respirava tranquillo di là dal perimetro degli edifici.
Eppure, pensai, la Casetta Rossa c'era, laggiù, pochi chilometri fuori Argostoli. C'erano il cimitero degli italiani, i pozzi marini, le fosse. C'erano, dappertutto, i ricordi e le presenze di una strage che neppure il terremoto era riuscito a cancellare completamente.
C'era, sempre in agguato, il terremoto. Com'era possibile, mi chiesi, dimenticare, anche per una sola serata, che Cefalonia la morte se la conservava e la covava nel proprio seno?
Era possibile abituarsi alla morte, fino a dimenticarla?
… Sì, era possibile; era anche giusto, che fosse così, mi dissi, guardando quei volti di gente anonima attorno a noi. Ciascuno, mi dissi, la morte se la porta addosso dalla nascita; vi si abitua fino a dimenticarsene. Era giusto, mi ripetei, che la vita e la morte si fondessero, annullando i propri confini e la memoria di sé.
Come a Cefalonia, esattamente come stava accadendo stasera davanti ai miei occhi."
Per concludere vorrei leggervi un brano del libro di Marcello Venturi (+2008), Bandiera bianca a Cefalonia, pubblicato la prima volta nel 1963 e tradotto in ben 14 lingue, è un brano che facevamo leggere al Monumento di Cefalonia agli studenti che parteciparono al programma “Cefalonia 2003: isola della pace” al cui convegno intervenne anche Marcello Venturi. Con questo brano si conclude il suo libro e rispecchia un po’ quello che provai anch’io quando 21anni fa vidi per la prima volta Argostoli ma, contrariamente a quanto ha scritto Marcello Venturi, devo dire che chi come me vive a Cefalonia non può dimenticare quanto è successo durante la II Guerra Mondiale, si convive, questo si, e si può superare, ma solo ricordando e trasmettendo la Memoria nella speranza che i fatti avvenuti nella nostra splendida isola non si ripetano più.
Questo è il brano conclusivo di "Bandiera bianca a Cefalonia" (letto da Costantino Ruscigno, il cui padre Nicola, sopravvissuto alla strage degli ufficiali a San Teodoro/Casetta Rossa, ha inaugurato il nostro piccolo museo il 1° luglio 2001):
"Era una serata perfetta, e Argostoli mi appariva del tutto diversa dalla città spenta del mio arrivo, dalla città squallida che avevo visto quello stesso mattino. Mi sembrava diversa l'isola intera; diverso il golfo, che respirava tranquillo di là dal perimetro degli edifici.
Eppure, pensai, la Casetta Rossa c'era, laggiù, pochi chilometri fuori Argostoli. C'erano il cimitero degli italiani, i pozzi marini, le fosse. C'erano, dappertutto, i ricordi e le presenze di una strage che neppure il terremoto era riuscito a cancellare completamente.
C'era, sempre in agguato, il terremoto. Com'era possibile, mi chiesi, dimenticare, anche per una sola serata, che Cefalonia la morte se la conservava e la covava nel proprio seno?
Era possibile abituarsi alla morte, fino a dimenticarla?
… Sì, era possibile; era anche giusto, che fosse così, mi dissi, guardando quei volti di gente anonima attorno a noi. Ciascuno, mi dissi, la morte se la porta addosso dalla nascita; vi si abitua fino a dimenticarsene. Era giusto, mi ripetei, che la vita e la morte si fondessero, annullando i propri confini e la memoria di sé.
Come a Cefalonia, esattamente come stava accadendo stasera davanti ai miei occhi."
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Torino
PRESENTAZIONE dell'ITINERARIO della MEMORIA
Sabato 14 maggio alle ore 17:00 presso il Salone Internazionale del Libro di Torino, nella Sala Regioni, verrà presentato l'Itinerario della Memoria, la guida ai luoghi delle stragi dei militari italiani a Cefalonia nel settembre 1943, realizzato a cura di Bruna De Paula e Paolo Paoletti, con il patrocinio della Camera del Lavoro CGIL di Avellino e di Alessandria e della Fondazione "Bruno Trentin", ed. Mephite. La prefazione è di Guglielmo Epifani.
Il Sindaco di Acqui Terme, Danilo Rapetti, nella sua presentazione al libro, ha scritto: "Il lavoro curato da De Paula e Paoletti costituisce una vera e propria cartografia della memoria, che conduce lo storico, il cittadino (speriamo non solo) italiano, il turista o lo studente interessato, lungo le asperità della bellissima isola greca, indicando con precisione i luoghi, pubblici o privati, nei quali sono avvenuti i fatti che molti libri, documenti e testimonianze hanno provato a raccontare. Anche per questa via si continua nel non facile dovere civile di trasmissione della memoria. Rinnovando il plauso per il risultato conseguito, confidiamo dunque che gli itinerari descritti possano essere percorsi, idealmente e realmente, da un numero sempre crescente di persone, in questo e negli anni a venire"
Alla presentazione di sabato 14 maggio interverranno:
- Marco De Prospo, dell'Università di Napoli
- Bruna De Paula, dell'Associazione "Mediterraneo" e curatrice del libro con lo storico Paolo Paoletti
- Gianni Marino, Direttore dell'Archivio Storico della CGIL di Avellino
- Mauro Buzzi, della Segreteria CGIL di Alessandria
- Vincenzo Scudiere, della Segreteria Nazionale della CGIL
Inaugurazione mostra ITALIANI di CEFALONIA
L'intervento di Bruna De Paula, vicepresidente dell’Associazione italo-greca di Cefalonia ed Itaca “Mediterraneo” all'inaugurazione presso il Museo storico della Liberazione della mostra ITALIANI di CEFALONIA di sabato 22 gennaio.
Vi porto il saluto del mio presidente, la dott.sa Clotilde Perrotta, e di tutti i membri della Mediterraneo. Prima di tutto desidero ringraziare il Prof. Antonio Parisella e tutto lo staff del Museo storico della Liberazione per averci dato l’opportunità di portare la “Memoria di Cefalonia” in questa sede, l’ex-carcere di via Tasso, che in Italia è l’edificio più rappresentativo della lotta per la liberazione dal nazi-fascismo. L’Associazione “Mediterraneo” - che è un’associazione culturale italo-greca con sede ad Argostoli, capoluogo di Cefalonia, e che ha come scopo principale la solidarietà e il consolidamento delle relazioni tra il popolo italiano e quello greco - dal 2000 opera per mantenere viva la memoria degli avvenimenti accaduti nell'isola di Cefalonia durante la II Guerra Mondiale e, in particolare, dopo l'8 settembre del 1943, a nostro avviso una delle pagine più tragiche della storia italiana, greca e tedesca. A Cefalonia si è consumato un grave crimine di guerra e c’è stata una palese violazione del diritto internazionale e dei diritti umani. Abbiamo realizzato un “Luogo della Memoria”, una mostra fotografica e documentale la cui apertura è garantita dal volontariato dei soci. Dal 1° luglio 2001, il nostro piccolo museo, che fu inaugurato da Nicola Ruscigno, uno dei 36 ufficiali sopravvissuti all’eccidio di San Teodoro (la strage della Fossa nei pressi della Casetta Rossa), si trova in una piccolissima sala di appena 16 metri quadrati ma nonostante ciò in 10 anni d'apertura, solo nei mesi estivi, ha avuto migliaia di visitatori di diverse nazionalità, essendo Cefalonia una mèta turistica internazionale. Tra i visitatori più recenti ricordiamo: il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, l’Ambasciatore della Slovenia, l’Ambasciatore della Repubblica Federale Tedesca e anche la Regina del Belgio, Paola Ruffo di Calabria, con il Re Alberto del Belgio, in visita privata a Cefalonia; e poi presidenti regionali, provinciali, sindaci, assessori, consiglieri regionali, provinciali e comunali di tante città e cittadine italiane di cui non ricordiamo neanche più i nomi. Tutti indistintamente ci hanno fatto promesse di aiuto per il Museo e tutti indistintamente, una volta rientrati in Italia, si sono dimenticati di noi e soprattutto dei Caduti. Ma noi da 10 anni andiamo avanti basandoci solo sulle nostre forze e sull’aiuto dell’Associazione Nazionale Divisione Acqui che da alcuni di anni ci paga l’affitto del locale. Recentemente – e questa è l’occasione per ringraziarlo – il Museo storico della Liberazione ha voluto contribuire al nostro sostegno con un gesto di solidarietà e di apprezzamento destinando all’Associazione “Mediterraneo” il 15% di quanto raccolto dalla pubblica sottoscrizione a sostegno del Museo. Ovviamente abbiamo realizzato il piccolo museo perché riteniamo che la Memoria di guerra generi pace e la nostra attività è rivolta soprattutto ai giovani che ogni anno accogliamo numerosi. È principalmente a loro che si rivolgiamo, a loro che rappresentano il nostro futuro. Noi speriamo che con l’odore dell’orrore della guerra comprendano che il dialogo, e non la violenza, è l’unica soluzione accettabile non solo nelle controversie internazionali ma anche nella vita di tutti i giorni. Il nostro primo incontro con il Museo di via Tasso risale al 2003. In quell’anno, in occasione del 60° Anniversario della strage, organizzammo il programma «Cefalonia 2003: Isola della Pace», al quale aderì, tra gli altri, anche il Museo della Liberazione. L'idea alla base del programma era quella di rendere Cefalonia un punto d'incontro sulla pace ed un luogo di scambio culturale tra italiani, greci e tedeschi, adesso uniti nell’Europa libera ed in pace, e prevedeva diversi eventi artistici, culturali e sportivi svoltisi tutti nel mese di settembre, tra cui il primo convegno internazionale organizzato a Cefalonia che avremmo voluto ripetere negli anni ma per mancanza di fondi non ci è stato possibile. Fu in quella occasione che incontrammo Elvira Sabbatini Paladini, una persona che ci voleva molto bene, ci aveva compreso e ci incoraggiò fin dai nostri primi passi, ed essendo il Museo storico della Liberazione il luogo dove ancora risuona l’eco della sua attività e del suo insegnamento ci sembra giusto tributare, oggi, alla sua memoria un sentimento di gratitudine e di simpatia. Vorrei fare una piccola nota sul titolo dell’evento. Ho chiesto al Prof. Parisella di intitolare l’evento “ITALIANI di CEFALONIA”, titolo già scelto da Giorgio Floris per il suo bellissimo documentario amatoriale che invito tutti a vedere su youtube, per due motivi. Il primo perché i Caduti italiani di Cefalonia, dimenticati per più di 60 anni dagli italiani d’Italia, a Cefalonia non sono mai stati dimenticati tanto che i cefalioti conservano ancora oggi nelle loro case gli oggetti dei militari italiani come se fossero oggetti appartenuti a loro familiari. Alcuni di questi cimeli sono stati affidati in custodia all’Associazione “Mediterraneo” per poterli esporre nel nostro piccolissimo museo. I Caduti di Cefalonia fanno parte della memoria dell’isola, sono parte integrante del suo patrimonio storico tanto che la Fossa, dove furono uccisi gli ufficiali, è stato dichiarato sito di interesse storico legato alla Memoria dell’isola e dei suoi abitanti con un Decreto del Ministero dei Beni Culturali ellenico del 1992. Si potrebbe dire che i Caduti di Cefalonia abbiano quasi perso la loro cittadinanza italiana per divenire appunto “Italiani di Cefalonia”. Il secondo motivo è strettamente legato all’Associazione Mediterraneo, associazione che vi ricordo è italo-greca. Anche noi siamo “italiani e greci di Cefalonia”, anche noi in qualche modo abbiamo “perso” la nostra unica identità di italiani o greci. Non siamo solamente italiani o greci, siamo EUROPEI. E proprio noi italiani e greci di Cefalonia insieme, tutti volontari della Memoria, abbiamo sentito l’esigenza di allestire il piccolo museo, fatto che nessuno in 60 anni aveva realizzato. Vorrei, inoltre, dire due parole su Dimitris Galiatsatos. Dimitris è uno dei soci fondatori della Mediterraneo e anche lui è un “italiano di Cefalonia”, anzi Dimitri è tra coloro che hanno la doppia cittadinanza. Non sono professionalmente la persona adatta per parlare di lui come artista ma per noi della Mediterraneo rappresenta l’anima di Cefalonia, con i suoi contrasti tra le bellezze naturali dell’isola e la tragicità degli eventi accaduti tra il 1941 ed il 1944. Dimitris nel 2003, ha realizzato l’opera sulla strage di Troianata, una località di Cefalonia dove è avvenuto uno dei massacri più efferati, opera che ci ha donato, che abbiamo esposto nel nostro museo di Cefalonia in occasione della visita del Presidente Napolitano, il 25 aprile del 2007, e che oggi è esposta al Museo storico della Liberazione.
Infine, vorrei ringraziare Francesco Galliero, il grafico che ha elaborato i pannelli della mostra “Italiani di Cefalonia” da me curata, infatti miei sono sia i testi che le traduzioni e su cui ho i diritti d'autore, e la Fondazione Europea “Cefalonia-Corfù 1941/1944” per aver messo a disposizione i pannelli della mostra “Ritorno a Cefalonia e Corfù” elaborati, nel 2003, dagli studenti dell’Istituto grafico pubblicitario “Albe Steiner” di Torino che raccoglie l’archivio del Fondo Apollonio ora appartenenti all'Associazione Nazionale Divisione Acqui .
"ITALIANI di CEFALONIA" al MUSEO della LIBERAZIONE di Roma
Sabato 22 gennaio inaugureremo la mostra "ITALIANI di CEFALONIA" al Museo storico della Liberazione di via Tasso a Roma.
La mostra comprende 3 eventi: la mostra fotografica dedicata ai tragici eventi accaduti a Cefalonia durante la II Guerra Mondiale (si ringrazia Francesco Galliero per l'elaborazione grafica dei pannelli e Bruna De Paula curatrice della mostra per i testi e le traduzioni - sui cui ha i diritti d'autore - e la scelta delle fotografie);
la mostra dell'artista di Cefalonia, DIMITRIS GALIATSATOS, Memoriafuturo, organizzata dall'Associazione "ORIONE" per l'Arte Contemporanea
e la mostra fotografica dell'Istituto Albe Steiner di Torino "Ritorno a Cefalonia e Corfù" (si ringrazia la Fondazione Europea "Cefalonia-Corfù 1941/44" per aver messo a disposizione i pannelli).
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