Inaugurazione mostra ITALIANI di CEFALONIA

L'intervento di Bruna De Paula, vicepresidente dell’Associazione italo-greca di Cefalonia ed Itaca “Mediterraneo” all'inaugurazione presso il Museo storico della Liberazione della mostra ITALIANI di CEFALONIA di sabato 22 gennaio.


Vi porto il saluto del mio presidente, la dott.sa Clotilde Perrotta, e di tutti i membri della Mediterraneo. Prima di tutto desidero ringraziare il Prof. Antonio Parisella e tutto lo staff del Museo storico della Liberazione per averci dato l’opportunità di portare la “Memoria di Cefalonia” in questa sede, l’ex-carcere di via Tasso, che in Italia è l’edificio più rappresentativo della lotta per la liberazione dal nazi-fascismo. L’Associazione “Mediterraneo” - che è un’associazione culturale italo-greca con sede ad Argostoli, capoluogo di Cefalonia, e che ha come scopo principale la solidarietà e il consolidamento delle relazioni tra il popolo italiano e quello greco - dal 2000 opera per mantenere viva la memoria degli avvenimenti accaduti nell'isola di Cefalonia durante la II Guerra Mondiale e, in particolare, dopo l'8 settembre del 1943, a nostro avviso una delle pagine più tragiche della storia italiana, greca e tedesca. A Cefalonia si è consumato un grave crimine di guerra e c’è stata una palese violazione del diritto internazionale e dei diritti umani. Abbiamo realizzato un “Luogo della Memoria”, una mostra fotografica e documentale la cui apertura è garantita dal volontariato dei soci. Dal 1° luglio 2001, il nostro piccolo museo, che fu inaugurato da Nicola Ruscigno, uno dei 36 ufficiali sopravvissuti all’eccidio di San Teodoro (la strage della Fossa nei pressi della Casetta Rossa), si trova in una piccolissima sala di appena 16 metri quadrati ma nonostante ciò in 10 anni d'apertura, solo nei mesi estivi, ha avuto migliaia di visitatori di diverse nazionalità, essendo Cefalonia una mèta turistica internazionale. Tra i visitatori più recenti ricordiamo: il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, l’Ambasciatore della Slovenia, l’Ambasciatore della Repubblica Federale Tedesca e anche la Regina del Belgio, Paola Ruffo di Calabria, con il Re Alberto del Belgio, in visita privata a Cefalonia; e poi presidenti regionali, provinciali, sindaci, assessori, consiglieri regionali, provinciali e comunali di tante città e cittadine italiane di cui non ricordiamo neanche più i nomi. Tutti indistintamente ci hanno fatto promesse di aiuto per il Museo e tutti indistintamente, una volta rientrati in Italia, si sono dimenticati di noi e soprattutto dei Caduti. Ma noi da 10 anni andiamo avanti basandoci solo sulle nostre forze e sull’aiuto dell’Associazione Nazionale Divisione Acqui che da alcuni di anni ci paga l’affitto del locale. Recentemente – e questa è l’occasione per ringraziarlo – il Museo storico della Liberazione ha voluto contribuire al nostro sostegno con un gesto di solidarietà e di apprezzamento destinando all’Associazione “Mediterraneo” il 15% di quanto raccolto dalla pubblica sottoscrizione a sostegno del Museo. Ovviamente abbiamo realizzato il piccolo museo perché riteniamo che la Memoria di guerra generi pace e la nostra attività è rivolta soprattutto ai giovani che ogni anno accogliamo numerosi. È principalmente a loro che si rivolgiamo, a loro che rappresentano il nostro futuro. Noi speriamo che con l’odore dell’orrore della guerra comprendano che il dialogo, e non la violenza, è l’unica soluzione accettabile non solo nelle controversie internazionali ma anche nella vita di tutti i giorni. Il nostro primo incontro con il Museo di via Tasso risale al 2003. In quell’anno, in occasione del 60° Anniversario della strage, organizzammo il programma «Cefalonia 2003: Isola della Pace», al quale aderì, tra gli altri, anche il Museo della Liberazione. L'idea alla base del programma era quella di rendere Cefalonia un punto d'incontro sulla pace ed un luogo di scambio culturale tra italiani, greci e tedeschi, adesso uniti nell’Europa libera ed in pace, e prevedeva diversi eventi artistici, culturali e sportivi svoltisi tutti nel mese di settembre, tra cui il primo convegno internazionale organizzato a Cefalonia che avremmo voluto ripetere negli anni ma per mancanza di fondi non ci è stato possibile. Fu in quella occasione che incontrammo Elvira Sabbatini Paladini, una persona che ci voleva molto bene, ci aveva compreso e ci incoraggiò fin dai nostri primi passi, ed essendo il Museo storico della Liberazione il luogo dove ancora risuona l’eco della sua attività e del suo insegnamento ci sembra giusto tributare, oggi, alla sua memoria un sentimento di gratitudine e di simpatia. Vorrei fare una piccola nota sul titolo dell’evento. Ho chiesto al Prof. Parisella di intitolare l’evento “ITALIANI di CEFALONIA”, titolo già scelto da Giorgio Floris per il suo bellissimo documentario amatoriale che invito tutti a vedere su youtube, per due motivi. Il primo perché i Caduti italiani di Cefalonia, dimenticati per più di 60 anni dagli italiani d’Italia, a Cefalonia non sono mai stati dimenticati tanto che i cefalioti conservano ancora oggi nelle loro case gli oggetti dei militari italiani come se fossero oggetti appartenuti a loro familiari. Alcuni di questi cimeli sono stati affidati in custodia all’Associazione “Mediterraneo” per poterli esporre nel nostro piccolissimo museo. I Caduti di Cefalonia fanno parte della memoria dell’isola, sono parte integrante del suo patrimonio storico tanto che la Fossa, dove furono uccisi gli ufficiali, è stato dichiarato sito di interesse storico legato alla Memoria dell’isola e dei suoi abitanti con un Decreto del Ministero dei Beni Culturali ellenico del 1992. Si potrebbe dire che i Caduti di Cefalonia abbiano quasi perso la loro cittadinanza italiana per divenire appunto “Italiani di Cefalonia”. Il secondo motivo è strettamente legato all’Associazione Mediterraneo, associazione che vi ricordo è italo-greca. Anche noi siamo “italiani e greci di Cefalonia”, anche noi in qualche modo abbiamo “perso” la nostra unica identità di italiani o greci. Non siamo solamente italiani o greci, siamo EUROPEI. E proprio noi italiani e greci di Cefalonia insieme, tutti volontari della Memoria, abbiamo sentito l’esigenza di allestire il piccolo museo, fatto che nessuno in 60 anni aveva realizzato. Vorrei, inoltre, dire due parole su Dimitris Galiatsatos. Dimitris è uno dei soci fondatori della Mediterraneo e anche lui è un “italiano di Cefalonia”, anzi Dimitri è tra coloro che hanno la doppia cittadinanza. Non sono professionalmente la persona adatta per parlare di lui come artista ma per noi della Mediterraneo rappresenta l’anima di Cefalonia, con i suoi contrasti tra le bellezze naturali dell’isola e la tragicità degli eventi accaduti tra il 1941 ed il 1944. Dimitris nel 2003, ha realizzato l’opera sulla strage di Troianata, una località di Cefalonia dove è avvenuto uno dei massacri più efferati, opera che ci ha donato, che abbiamo esposto nel nostro museo di Cefalonia in occasione della visita del Presidente Napolitano, il 25 aprile del 2007, e che oggi è esposta al Museo storico della Liberazione.


Infine, vorrei ringraziare Francesco Galliero, il grafico che ha elaborato i pannelli della mostra “Italiani di Cefalonia” da me curata, infatti miei sono sia i testi che le traduzioni e su cui ho i diritti d'autore, e la Fondazione Europea “Cefalonia-Corfù 1941/1944” per aver messo a disposizione i pannelli della mostra “Ritorno a Cefalonia e Corfù” elaborati, nel 2003, dagli studenti dell’Istituto grafico pubblicitario “Albe Steiner” di Torino che raccoglie l’archivio del Fondo Apollonio ora appartenenti all'Associazione Nazionale Divisione Acqui .